Mutui a tasso variabile: le rate saranno ancora più basse

Mutui a tasso variabile: le rate saranno ancora più basse dopo il ribasso della Bce sul tasso depositi

Mutui a tasso variabile: le rate saranno ancora più basse

Buone notizie per coloro che hanno deciso di scegliere uno dei mutui a tasso variabile presenti nel mercato del credito: quando si rimborsa un mutuo a tasso variabile (stipulato prima di febbraio 2015, mese in cui è stata approvata la clausola anti-Euribor) bisogna sottrarre l'Euribor allo spread nel calcolare la rata mensile. Attualmente i valori dell'Euribor sono molto bassi e con il taglio sui depositi della Bce l'Euribor può ancora diminuire per il contesto economico che si viene a creare.

Vediamo la spiegazione dettagliata di quanto detto. I tassi interbancari si stanno velocemente abbassando e questo può comportare un nuovo tagli da parte della Banca centrale europea sul tasso dei depositi.
C'è il taglio dei depositi di cui parliamo? Semplicemente è quello che la Bce dovrebbe pagare alle banche che vi stabiliscono la liquidità. Adesso il tasso è negativo: a dicembre è stato portato da -0,2% a -0,3% e l'ipotesi del prossimo taglio potrebbe essere del -0,4%.

Analogamente a queste diminuzione c'è anche quella degli indici Euribor: recentemente, per la prima volta nella storia, l'Euribor a 9 mesi ha toccato un valore sotto zero; mentre, come abbiamo più volte trattato, gli Euribor mensile e trimestrale sono ai minimi storici.

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Mercato dei mutui: cosa comporta questa tendenza?

Queste pratiche della Bce sono significative per quanto riguarda il mercato dei mutui, come dicevamo all'inizio, ma anche perché sono la cartina tornasole dell'economia dell'Eurozona: senza gli aiuti della Banca Centrale Europea e delle sue politiche espansive l'Italia e l'Eurozona in generale non sarebbe in grado di affrontare il mercato economico, che è tutt'altro che depurato dalla crisi.

Infatti, analizzando il tasso di inflazione e e la crescita del Pil, si riscontrano pochi segnali positivi: il tasso di inflazione resta ben lontano dal target del 2%, e la crescita del Pil appare lenta e molto lontana da quelli che sono gli standard che potrebbero permettere di affrontare l'indebitamento che affligge l'Eurozona che, è quasi pari al Pil dell'intera area.

Cosa cambia per i consumatori?

A parte il dato positivo per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile, per i risparmiatori questo contesto economico non è del tutto roseo: i rendimenti dei titoli di Stato a breve scadenza saranno sempre più bassi. Potrebbero essere tempi difficili per i piccoli investitori che dovrebbero rinunciare a investimenti a breve termine e optare per altre tipologie a lungo termine, probabilmente più redditizie.