Quantitative easing, cos’è, a cosa serve, come funziona

La BCE stampa moneta, compra titoli di Stato e la valuta si deprezza. Ecco come funziona il quantitative easing

Quantitative easing, cos’è, a cosa serve, come funziona

Il quantitative easing è una manovra per mezzo della quale la Banca Centrale Europea stampa moneta e la usa per comprare sul mercato finanziario dei titoli, non necessariamente titoli di Stato. Il beneficio immediato si può vedere sul mercato dei mutui, dal momento che i tassi d’interesse si riducono drasticamente. E’ quindi il momento giusto per mettere i mutui più convenienti del momento a confronto, e selezionare quello con i tassi più vantaggiosi.

L’Euribor sotto zero

Perché in questi giorni l’Euribor a un mese è sceso sotto lo zero, attestandosi al -0,002%, e quello a tre mesi è molto vicino allo zero. Il quantitative easing e la manovra della BCE quindi aiutano non solo l’economia europea in generale, ma i cittadini in particolare. Ma cerchiamo di capire più nel dettaglio come funziona il quantitative easing.

La valuta si deprezza

La moneta stampata dalla BCE ha un effetto sul valore della valuta, che si deprezza. Cosa che in Europa è già successa più di sei mesi fa, quando a giugno 2014 l’euro ha perso il 16% sul dollaro e il 7,8% sulle valute dei principali partner commerciali europei. Ma svalutazione quando si parla di quantitative easing è una parola positiva, in quanto offre sostegno all’export dell’Unione Europea. In Italia, ad esempio, il Pil è costituito per il 30% dalle esportazioni, considerando anche la mole del mercato turistico.

I tassi d’interesse

Un altro effetto positivo generato dal “Qe”, che abbiamo messo in luce parlando di mutui ed Euribor, si rileva sui tassi d’interesse. Perché se la BCE compra titoli di stato, gli interessi da pagare si abbassano notevolmente. Ad esempio è stato calcolato che in Europa ci sono titoli per 1.200 miliardi di euro con rendimenti sotto zero. Per non parlare poi dei BTP italiani.

BTP e inflazione

A proposito di BTP. Come conseguenza del “bazooka” generato con il quantitative easing, è possibile che i tassi dei Buoni del Tesoro subiscano un rialzo, ma comunque il beneficio resta. E’ importare poi introdurre il tema dell’inflazione, perché se il beneficio in termini teorici c’è, in termini reali è annullato dalla bassa inflazione. Ma il quantitative easing ha proprio l’obiettivo di farla risalire, quindi possiamo dormire sonni tranquilli.

Obbligazioni bancarie e aziendali

Pensiamo poi alle obbligazioni bancarie e aziendali: se i titoli di Stato si ridimensionano, lo faranno anche i rendimenti delle altre obbligazioni, ovvero quelle bancarie e aziendali. Ma non è tutto oro quello che luccica, perché l’Europa ha dei problemi talmente grossi che gli effetti di tutti questi “benefici” saranno difficili da vedere, a differenza di quanto successo negli Stati Uniti.

Perché l’economia europea è diversa da quella americana. Nel senso che se nel Nuovo Mondo il mercato è dominato dalle grandi aziende che traggono beneficio immediato dall’irrorazione di liquidità, nel Vecchio ci sono le piccole e medie imprese, che si finanziano sui mercati solo in modo marginale, ricevendo la quasi totalità del credito dalle banche. La soluzione è che le banche riducano i tassi alle imprese, e allo stesso tempo aumentino le erogazioni.

Cosa che per il momento non sta succedendo. Intanto teniamo le dita incrociate.