La domanda di mutui cresce insieme alle erogazioni, il 75% è a tasso variabile

I clienti scelgono il mutuo a tasso variabile, le banche invece puntano su chi ha contanti da mettere sulla bilancia

La domanda di mutui cresce insieme alle erogazioni, il 75% è a tasso variabile

Se fino al 2007 il mercato dei mutui mostrava segni di euforia, che in parte sono stati anche causa della crisi attuale, e durante il momento più nero della crisi regnava la totalità austerità, oggi si sta lentamente tornando alla normalità. La domanda di mutui sta crescendo e con essa anche le banche stanno tornando a erogare finanziamenti, proponendo anche tutta una serie di offerte promozionali per intercettare l'aumento dei possbili mutuatari. Un motivo in più per confrontare i mutui casa più convenienti e scegliere il tasso più basso.

La situazione è particolarmente favorevole per la sottoscrizione di un mutuo a tasso variabile che, in media, costerà circa il 20% in meno rispetto al mutuo a tasso fisso, nonostante i tassi Euribor o Bce, ovvero quelli che definiscono insieme allo spread il tasso di interesse totale sul mutuo, non potranno che crescere, visto che attualmente sono quasi vicini allo 0. Confrontando le offerte di Mutuo Arancio, Cariparma, Barclays, ecc. potremmo facilmente approfittare di tassi anche al 2,8%, il valore minimo registrato attulamente per i mutui a tasso variabile.

Oggi il mercato dei mutui è totalmente sbilanciato sul tasso variabile, vista la convenienza dei tassi offerti rispetto al mutuo a tasso fisso. Secondo l'ultimo barometro Crif, ben il 75% delle richieste è a tasso variabile. Tra questi si notano molti clienti che decidono di sottoscrivere un mutuo per la prima volta ma anche chi, attraverso la surroga, trasferisce il proprio mutuo ad altra banca, ottenendo tassi più vantaggiosi. Si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso se, nel primo trimestre 2014, le surroghe rappresentano il 17% del totale dei nuovi mutui, in evidente crescita rispetto all'anno scorso.

Non sono però solo le surroghe a crescere, infatti nei primi due mesi del 2014 è tornato il segno positivo, lo dicevamo, anche sui mutui alle famiglie per l'acquisto della casa (+18,5%). La novità più grande, tuttavia, riguarda una particolare modalità di offerta che le banche stanno sperimentando, puntando sulla domanda di mutui più di qualità, ovvero su coloro che richiedono un mutuo con un basso loan to value e quindi con un minor rischio per la banca. Per loan to value intendiamo semplicemente la percentuale di "contanti" che il possibile mutuatario può mettere sulla bilancia al momento della stipula del contratto di mutuo.

In sostanza chi chiede un mutuo inferiore al 50% del valore dell'immobile che vuole acquistare potrà godere in questo momento di una riduzione, anche significativa, del tasso di spread sul mutuo. Molte banche attulamente stanno tarando le loro offerte su questo nuovo principio: questo nuovo modello, d'altra parte, può essere considerato più razionale, proprio perché è proporzionale al rischio di credito del cliente. I mutuatari con alto merito creditizio, infatti, potranno godere di spread, per i mutui a tasso variabile soprattutto, in netta discesa rispetto all'anno scorso (siamo intorno anche al 2,1%), anche se ancora lontani dai livelli pre-crisi.