Mutui per la casa, in calo le erogazioni e le compravendite di immobili

Scendono le erogazioni di mutui per le prima casa e diminuiscono le compravendite: i dati dell’Agenzia delle Entrate.

Mutui per la casa, in calo le erogazioni e le compravendite di immobili

Nonostante la crisi economica e l'instabilità occupazionale gli italiani non rinunciano al sogno di avere una casa di proprietà, anche a prezzo di grandi sacrifici. È per questo che sempre più consumatori cercano di scoprire quali sono i mutui più convenienti per acquistare un immobile.

Trovare il mutuo più vantaggioso non è difficile, grazie ai numerosi portali che permettono di confrontare l'offerta di Mutuo Arancio con quella di Barclays e Cariparma. Molto più difficile, però, è ottenere il finanziamento, specie in questo momento di incertezza economica.

L'erogazione dei mutui, infatti, è ai minimi storici e con essa anche il livello di compravendita degli immobili. Questa la situazione fotografata dall'Osservatorio dell'Agenzia delle Entrate, una situazione non certo rosea per il mercato immobiliare.

Rispetto al 2012, infatti, le compravendite sono diminuite del 9,2%: il volume del mercato immobiliare italiano, così, si attesta ai livelli del 1985. Questi dati, tuttavia, non devono far disperare: nonostante il calo delle compravendite, infatti, l'Agenzia delle Entrate registra un rallentamento del trend negativo.

«In un contesto economico in cui le famiglie non hanno più soldi per mangiare e i consumi alimentari registrano un calo nel 2013 pari a 3,6 miliardi di euro, i dati negativi del mercato immobiliare non stupiscono affatto - afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi - Se da un lato infatti diminuisce la disponibilità economica dei cittadini, crescono le tasse e i redditi rimangono al palo intaccando i risparmi, dall'altro le banche hanno fortemente ridotto la concessione di credito ai privati».

In particolare, sono le compravendite nel settore residenziale a risollevare il morale di chi opera all'interno del mercato immobiliare: il calo attuale, infatti, se paragonato al crollo del 25% registrato nel 2012, non può che essere interpretato come un debole segnale di ripresa.