Mutui, gli italiani preferiscono il tasso variabile

Da una recente analisi emerge che il 60% degli italiani preferisce il tasso variabile al fisso.

Mutui, gli italiani preferiscono il tasso variabile

Scegliere il mutuo giusto è sempre un'impresa, oggi, inoltre, risulta sempre più difficile anche accedervi, visti i tempi di crisi e la morsa creditizia delle banche, ma da pare emergere una netta preferenza degli italiani per quello a tasso variabile.

I dati sono relativi ai primi quattro mesi del 2013, il 60% dei richiedenti ha scelto il tasso variabile, sicuramente più conveniente del fisso, in questo momento di difficile congiuntura economica, il 39% di coloro che hanno stipulato un contratto di mutuo hanno preferito inoltre una durata medio-lunga tra i 30 e i 40 anni. Questo è quanto riportato da MutuiOnLine. Pare emergere una situazione di prudenza, rate più piccole e maggiori tempi nei rimborsi, il rischio di perdere il lavoro, purtroppo pare sempre in agguato e le famiglie per non divenire insolventi e rischiare pignoramenti, preferiscono ampliare la durata del finanziamento per vivere più serenamente.

Il 72% delle richieste di mutuo provengono da persone /famiglie che desiderano acquistare la prima casa, l'8,7% giunge, invece, per l'acquisto della seconda abitazione, il 5,8% dei richiedenti esplicita come motivazione la ristrutturazione, il 9,6% fa domanda di un mutuo per sostituzione/surroga.

L'importo medio dei mutui che viene erogato è in linea con quello del secondo trimestre del 2012 e risulta pari, nel periodo analizzato da gennaio ad aprile 2013, a 128.543 euro.

Riguardo al Loan to Value, che ricordiamo essere il rapporto tra la somma richiesta dalla banca per un mutuo e il valore stimato per l'immobile che si sta acquistando, il 32,5% delle richieste vede un LTV che varia tra il 70 e l'80% e circa il 22% dei mutui erogati mantiene questo valore.

Il livello di localizzazione geografica si mantiene ai livelli del 2012, con il maggior numero di richieste provenineti dal Nord, 41%, a seguire il Centro 37% e il Sud con il 13%, per ultime le Isole con il 7,4%.