Agevolazioni prima casa giovani coppie, scarsa trasparenza dalle banche

Secondo un'indagine, le banche non propongono ai giovani mutuatari le condizioni agevolate del fondo di garanzia.

Agevolazioni prima casa giovani coppie, scarsa trasparenza dalle banche

Per i giovani avere accesso ad un mutuo sembra essere davvero impossibile. Non solo le banche richiedono garanzie troppo rigide per i giovani precari, ma spesso non li informano sui tassi agevolati previsti dal fondo di garanzia governativo. A rivelarlo un'indagine condotta da Altroconsumo, secondo cui solo 9 agenzie su 71 hanno segnalato ai giovani in possesso dei requisiti la possibilità di usare le condizioni di questo fondo che ha una dotazione (a regime) di 50 milioni di euro.

Dall'inchiesta risulta, infatti, che le banche preferiscono proporre mutui a tassi d'interesse superiori a quelli stabiliti dal fondo. Istituito il 1 settembre del 2011, a seguito dell'accordo tra l'ex ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, e l'Abi, l'associazione bancaria italiana, il fondo è gestito da Consap e si rivolge alle giovani coppie che richiedono un mutuo per l'acquisto della prima casa. Le condizioni per usufruire delle agevolazioni previste dal fondo sono: l'età dei mutuatari, che dev'essere inferiore ai 35 anni, il reddito Isee, non superiore ai 35 mila euro e, infine, il mancato possesso di un'altra casa, salvo quella ottenuta per successione. Inoltre gli immobili acquistati non devono essere di lusso e non devono superare i 90 metri quadri.

Il fondo di garanzia prevede una copertura massima di 75 mila euro. I tassi d'interesse applicati sono estremamente convenienti, soprattutto nel caso dei mutui a tasso variabile, per i quali non possono essere superiori a Euribor più 150 punti base per durate uguali o superiori a 20 anni, oppure 120 punti base per durate inferiori. Invece nel caso di mutui a tasso fisso non possono avere uno spread superiore a 150 punti base. Condizioni, dunque, estremamente favorevoli per le giovani coppie alla ricerca di un finanziamento che, però, non sembrano piacere alle banche. La soluzione, forse, sarebbe monitorare maggiormente il comportamento degli istituti di credito e sanzionarlo se scoretto e poco chiaro.