Euribor al ribasso: i consigli per accendere o surrogare un mutuo

Come segliere il tasso ideale? Gli italiani si affidano all'Euribor, ma la regola migliore resta quella di valutare con attenzione condizioni e proiezioni finan

Euribor al ribasso: i consigli per accendere o surrogare un mutuo

Continua la discesa dell'Euribor. Lo scorso 3 maggio l'indice a 1 mese ha raggiunto lo 0,399%, avvicinandosi al minimo di tutti i tempi (0,397%) toccato il 31 marzo 2010, mentre quello a 3 mesi è scivolato allo 0,7% e secondo le previsioni dovrebbe proseguire la discesa verso lo 0,634%, il minimo storico finora raggiunto. Gli esperti ritengono, infatti, che gli Euribor resteranno sotto la soglia dell'1% fino a settembre 2014, per poi risalire lentamente verso il 2% nel 2016. Una previsione confortante per gli oltre 3 milioni di italiani che stanno rimborsando un mutuo a tasso variabile e allettante per chi sta decidendo di passare da un fisso a un variabile.

Sono in molti, infatti, gli italiani che stanno pensando di surrogare con un'altra banca o rinegoziare con lo stesso istituto un mutuo a tasso fisso con uno a tasso variabile. In questo caso è necessario però tener conto di un altro fattore, lo spread, che continua ad essere alto. Chi, infatti, decidesse di cambiare mutuo andrebbe incontro ad un ottimo Euribor, ma anche ad uno spread probabilmente più alto rispetto a quello che sta pagando chi ha sottoscritto un mutuo prima dell'estate del 2011.

Più facile, invece, la scelta di chi deve stipulare un nuovo finanziamento. Stando alle proiezioni finanziarie, che garantiscono che gli indici Euribor rimarranno ai minimi ancora per qualche anno, scegliere un mutuo con un tasso più basso, dunque variabile, è ovviamente la soluzione più conveniente. A ben vedere, però, l'Euribor non è il solo a scendere. Insieme a questo stanno precipitando anche gli indici Eurirs, i parametri utilizzati per agganciare (al momento della stipula e per l'intera durata del finanziamento) il calcolo del tasso fisso. L'Eurirs a 20 anni è, infatti, sceso al 2,55%, mentre quello a 25 anni è svivolato al 2,51%. Tuttavia sul ribasso di questi parametri, che seguono l'andamento del Bund tedesco, non si hanno grandi certezze. Se a ciò si aggiunge che il divario tra tasso fisso e variabile resta altissimo, si comprende perché sono molti gli italiani che preferiscono un mutuo a tasso variabile.