Prima casa: tutti i vantaggi fiscali per l’acquisto

Sgravi e bonus fiscali sulla prima casa: detrazioni Irpef, imposta di registro al 2% e divieto di pignoramento

Prima casa: tutti i vantaggi fiscali per l’acquisto

Ottenere un mutuo per l'acquisto della prima casa non è sempre semplice, soprattutto nella situazione economica in cui ci troviamo, con le banche sempre più restie ad erogare liquidità. Spesso il rischio è che dopo aver messo i mutui per la prima casa a confronto e dopo aver individuato quello a tasso più agevolato presente sul mercato, si rinunci all'acquisto dell'immobile perché spaventati dagli ingenti costi.

E' bene essere al corrente che per l'acquisto della prima casa esistono dei vantaggi fiscali. Quindi, dopo la valutazione delle tipologie di mutuo offerte dal mercato, è utile informarsi su Barclays e le sue opzioni, confrontandole con quelle di Cariparma, per poi passare alla ricerca di quei bonus fiscali che possono consentire un risparmio di diverse migliaia di euro sull'acquisto della prima casa.

Acquisto della prima casa: i bonus

Chi decidesse di procedere all'acquisto della prima abitazione, può usufruire di alcuni vantaggi. Se l'acquirente dichiara al notaio di non essere proprietario, su tutto il territorio nazionale, di immobili già oggetto di beneficio, scegliendo di ricorrere ad un venditore privato può ottenere un'imposta di registro al 2%, con l'aggiunta di solo 100 euro tra imposta ipotecaria e catastale.

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Se invece decidesse di rivolgersi ad un'impresa di costruzioni, godrà dell'IVA al 4%, anche qui con un'aggiunta di soli 100 euro tra imposta ipotecaria e catastale. Da notare che per usufruire del bonus non è necessario avere la residenza presso l'abitazione acquistata, ma è sufficiente impegnarsi a trasferirsi entro i 18 mesi e a non rivendere l'immobile per i successivi 5 anni. Si può inoltre detrarre il 19% per la spesa sostenuta per l'intermediazione: l'importo massimo detraibile è di 1000 euro.

Detrazioni del mutuo sull'Irpef

Sulla prima casa sono possibili detrazioni Irpef sugli interessi passivi del mutuo che l'acquirente paga alla banca. In parole povere, il fisco, attraverso gli sgravi Irpef, consente di recuperare una parte di interessi pagati. E' possibile detrarre il 19% degli interessi passivi e degli oneri accessori corrisposti a fronte di mutui ipotecari: il tutto entro un limite massimo di 4000 euro. Sono detraibili solo gli interessi derivanti dal tipico contratto di mutuo, purché assistito da ipoteca. Il diritto a godere della detrazione viene meno dal periodo di imposta successivo a quello in cui il contribuente non utilizza più l'immobile come abitazione principale.

In caso di divorzio, annullamento o separazione legale, la detrazione viene bloccata. Se il coniuge trasferisce la propria dimora, può continuare a usufruire della detrazione per la quota spettante, se l'immobile acquistato resta abitazione dei famigliari, come ad esempio i figli. Il coniuge che continua ad utilizzare l'immobile come abitazione principale ha diritto alla detrazione per la propria quota di interessi, nel limite dell'importo massimo di 2000 euro.

Prima casa: le imposte

Dopo l'acquisto bisogna fare i conti con le imposte annuali. Attualmente l'Imu sulla prima casa non è dovuta, ad eccezione degli immobili di lusso. A voler guardare, la normativa parla di "abitazione principale" e non di prima casa, differenza fondamentale: per ottenere l'esenzione integrale dell'Imu, infatti, è necessaria la residenza, che dovrà risultare nei registri anagrafici comunali. Per abitazione principale si intende l'immobile presso il quale sussistono contemporaneamente questi presupposti:

· Proprietà

· Residenza anagrafica

· Domicilio

Nel caso in cui venga a mancare uno di questi tre punti, l'immobile non è considerato residenza principale e quindi non è esente dall'Imu.

Prima casa esente dal pignoramento

Coloro che hanno una sola casa di proprietà e vi risiedono, non potranno subire il pignoramento immobiliare di Equitalia. La norma vale solo nel caso di riscossione esattoriale, cioè per i tributi statali. Non si applica se il creditore precedente è una banca o un privato. Sulla prima casa è invece possibile l'iscrizione di ipoteca, a condizione che il debito complessivo non superi i 20.000 euro. Equitalia potrà applicare l'ipoteca sulla prima casa, ma non potrà poi procedere mettendo l'immobile all'asta.