Il mercato immobiliare è ancora in crisi, ma nel 2015 migliorerà

Le cause per cui il mercato immobiliare è ancora in crisi sono Imu e Tasi, lo dicono Banca d’Italia agenti e proprietari

Il mercato immobiliare è ancora in crisi, ma nel 2015 migliorerà

Non si può fare a meno di avere un tetto sopra la testa, perché non si può vivere in mezzo alla strada. Il problema però è che non sempre ci sono i soldi per comprarne una e quindi, soprattutto i giovani, lavoratori e studenti, decidono di condividere un appartamento con ad altre persone, ma alla lunga questa sistemazione pesa. Per cui, anche se si sa che all'inizio si farà fatica, si decide di mettere i mutui dei migliori istituti di credito a confronto in modo da trovarne uno che ci permetta di affrontare le rate nel modo più agevole possibile.

E visto che di banche e finanziarie che propongono mutui ce n'è tante, è importante informarsi sui prodotti IWBank, Barclays e BNL, per cominciare, così si potrà avere un'idea di ciò che i diversi istituti propongono. E anche se sappiamo tutti che il mercato immobiliare è ancora in crisi, come conferma anche il Rapporto sulla Stabilità Finanziaria compilato dalla Banca d'Italia che parla di "incertezza circa il trattamento fiscale della proprietà immobiliare," possiamo cercare di guardare al prossimo futuro, ovvero al 2015.

Perché anche se la normativa fiscale, ovvero Imu e Tasi, è la principale responsabile dell'andamento negativo di un mercato immobiliare che è ancora in crisi dopo diversi anni, dobbiamo ascoltare la campana che dice che nel terzo trimestre di quest'anno i prezzi delle case hanno continuato a scendere. Anche se i prezzi caleranno anche nel quarto trimestre, nel 2015 la situazione cambierà: i prezzi infatti dovrebbero cominciare a risalire, perché si assisterà ad una graduale crescita del reddito disponibile ma soprattutto l'accesso al credito sarà migliore.

E' un'ottima notizia se si considera che l'andamento del mercato immobiliare dipende molto dalla normativa fiscale ad esso legata, che negli ultimi due anni ha subìto diverse modifiche e revisioni. Prima di tutte ha influito la Tasi (l'imposta patrimoniale sull'abitazione principale), introdotta nel 2012, quasi azzerata nel 2013 per le abitazioni non di lusso e reintrodotta nel 2014.

Ma c'è un altro ago nel pagliaio, e si chiama Isee: infatti il nuovo indicatore della situazione economica equivalente (nuovo perché si compila in modo diverso) non è nient'altro che una ulteriore tassa mascherata da qualcos'altro. L'associazione dei proprietari lamenta che sia "falsa e surrettizia" e che vada a danneggiare proprio i piccoli proprietari, "cioè la stragrande maggioranza". Questo perché, secondo il nuovo modulo Isee, chi momentaneamente ha diritto a delle prestazioni sociali agevolate non potrà avervi più accesso, e quindi dovrà pagare l'Imu come tutti gli altri.