Mutuo a tasso fisso o a tasso variabile? Quale scegliere in base ai tassi di interesse attuali

La convenienza ora sta tutta nei mutui variabili, ma occorre fare un'analisi più approfondita per non sbagliare.

Mutuo a tasso fisso o a tasso variabile? Quale scegliere in base ai tassi di interesse attuali

I tassi di interesse dei mutui ora in vigore parlano abbastanza chiaro e ci dicono che un mutuo a tasso variabile è più conveniente di un mutuo a tasso fisso; tuttavia bisogna fare delle valutazioni più accorte quando si decide di domandarne uno, ovviamente in base al proprio reddito, all'importo richiesto e alla durata del rimborso, per essere sicuri di fare la scelta giusta.

Ricordiamo però che c'è sempre la possibilità di rinegoziare il mutuo con la propria banca oppure di trasferirlo presso un altro istituto tramite la surroga del mutuo: generalmente in entrambi i casi viene allungato l'ammortamento con conseguente riduzione dell'importo della rata. Certo la spesa non si riduce, ma può diventare più sostenibile.

Il Taeg medio dei mutui a tasso fisso è ora a circa il 6,40%, il che vuol dire avere una rata mensile di circa 740 euro per un mutuo da 100mila euro in 20 anni, da circa 620 euro in 30 anni.

Per i mutui a tasso variabile il Taeg medio è ad ora al 3,30% circa per un mutuo ventennale da 100mila euro, al 3,50% per un mutuo trentennale, con rate rispettivamente da 570 euro e da 450 euro.

Dunque coi numeri attuali la convenienza sta decisamente nel mutuo variabile, ma bisogna ricordare che l'indice Euribor, il principale parametro per questi finanziamenti, nel corso del tempo cambia e se ora è praticamente al minimo nel futuro dovrebbe salire.

Gli analisti consigliano un mutuo a tasso fisso a chi riesce ad ottenerlo in modo che la rata non sia oltre ad un terzo del proprio reddito mensile in quanto si ha la certezza che non si avranno aumenti di costi; invece un mutuo variabile è più indicato a chi non ha bisogno di troppa liquidità o comunque riesce a giungere ad una rata massimo del 20% del reddito mensile e ad una durata del rimborso non oltre i 20 anni, meglio se più breve.

Questo proprio perchè i possibili rialzi futuri per un mutuo a tasso variabile non devono superare i risparmi che si avrebbero sulla rata rispetto ad un mutuo a tasso fisso e non devono poi intaccare troppo il reddito.