Mutui: lo spread bancario rimane alto, perché?

I tassi di interesse dei mutui sono in Italia più alti di quello che potrebbero essere a causa dello spread bancario.

Mutui: lo spread bancario rimane alto, perché?

I mutui in Italia non stanno vivendo una situazione particolarmente tragica per quel che riguarda i tassi di interesse, sì invece per quel che riguarda l'erogazione per fattori legati allo stesso spread bancario di cui ci occupiamo in questo articolo: i livelli dei parametri europei Euribor, tasso Bce (costo del denaro) ed Eurirs sono bassi, ma la convenienza dei mutui in Italia è decisamente ridotta rispetto alla media europea per via dei livelli alti degli spread bancari per i motivi che qui illustriamo.

Lo spread sui mutui è il ricarico che fanno le banche, una parte della quota interessi del mutuo insieme a quella relativa al parametro europeo per il tipo di finanziamento scelto e a quella relativa alle spese accessorie: quando lo spread Btp-Bund era alto a causa della scarsa fiducia sui conti pubblici italiani, anche quello sui mutui era cresciuto proprio perché le banche italiane dovevano "rifarsi" sui clienti per le difficoltà nella raccolta di denaro dalle fonti europee; perché allora, visto che adesso lo spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi si è grandemente ridotto, quello bancario sui mutui è sceso di pochissimo?

Innanzi tutto per le pessime condizioni economico-lavorative medie delle famiglie italiane che danno meno garanzie, aumentando il rischio per le banche e facendo crescere i costi ed i tempi per il recupero del denaro (aumentate infatti le sofferenze bancarie): un circolo vizioso che porta gli istituti a dover alzare appunto gli spread rendendo la situazione ai mutuatari ancora più complessa.

A ciò si aggiunga anche il crollo del mercato immobiliare e dei prezzi delle case: se l'immobile è la garanzia principale per un mutuo, risulta ovvio che meno compravendite e valori più bassi siano un grave elemento di disturbo.

Il fatto che l'Euribor, indice per i diffusissimi mutui a tasso variabile, sia a livelli minimi è sì tendenzialmente positivo, ma siccome è un parametro che fa riferimento ai tassi di interesse che le banche applicano al denaro che prestano e hanno in deposito, ne consegue che da questo canale hanno meno introiti e dunque alzano, tra le varie voci, gli spread sui mutui che pagano i clienti.

Altro elemento che tiene alto lo spread sui mutui è il costo che le banche devono pagare per i conti deposito che hanno concesso negli ultimi due anni circa: come potete leggere in Conti deposito: aggiornamento di luglio sui tassi di interesse tali prodotti hanno registrato nel precedente periodo performance elevate, portando ora gli istituti di credito a rivalersi, per altra via, sulla clientela.

Infine bisogna considerare proprio gli spread bancari dei mutui concessi anni fa, decisamente bassi (anche sotto l'1% quando ora siamo a circa il 3%) per via della concorrenza e delle diverse condizioni economico-finanziarie che sussistevano: ora tali mutui sono quasi un peso per le banche che, ancora, si rifanno sui clienti che domandano adesso dei finanziamenti.