Banche: la crisi del credito e la “polizza obbligatoria”

A causa della grave crisi economica del credito le banche impongono pesanti condizioni ai cittadini.

Banche: la crisi del credito e la “polizza obbligatoria”

La grave crisi economica, oltre a portare grossi disagi, ha portato enormi difficoltà anche all'accesso al credito, sia per un mutuo, sempre di importi minori, in relazione al reddito e all'immobile, sia riguardo i prestiti personali e dei tassi che le banche applicano.

Il Corriere Economia online ha pubblicato un'analisi in merito ai maggiori istituti bancari italiani, UniCredit, Mps, Bnl, Intesa, Poste, Bmp, dalla quale emergono le condizioni pesanti del credito sui cittadini, soprattutto a causa della "polizza obbligatoria" collegata al prestito, che oltre a costare quasi 1000 euro rientra anche nel calcolo degli interessi, nonostante sia facoltativa per legge dal decreto liberalizzazioni: "Il fatto è significativo,-recita il Corriere - perché l'assicurazione sui prestiti (che copre in caso di morte, invalidità, ma soprattutto perdita del posto di lavoro) per legge deve essere facoltativa. Ma spesso, è una libertà concessa solo sulla carta: sei libero di rifiutare la polizza, certo, ma non stupirti se il prestito non ti viene concesso".

Dunque ai cittadini oltre a venire sempre più spesso rifiutato un prestito, devono anche, in caso contrario sottostare a pesanti condizioni di interessi per la restituzione di un prestito, e all'obbligo della polizza assicurativa, facoltativa per legge, e secondo i dati riportati dal quotidiano: "Nel caso del prestito da 5 mila euro, viaggiano tra il 10.91% di Bpm fino al 15,55% di Intesa e, per il prestito da 15 mila, tra il 10.32% sempre di Bpm e il 14,22% di Unicredit",

Inoltre dai dati emerge che la grave e prolungata crisi economica, ha portato anche a una grave crisi del credito, che ha indotto le banche a una stretta sul credito, sugli importi, sulle concessioni, per evitare l'insolvenza, a causa dei licenziamenti o dei non pagamenti degli stipendi, e i cittadini, che nonostante la forte necessità, tendono a non contrarre debiti che non possono ripagare, infatti il credito al consumo nel 2013 risulta essere al 5,9%, in confronto al 12% del 2011.